domenica 13 gennaio 2013

Un giro al mercato e a pranzo dalla maestra Zhang (più qualche nota sull'ospitalità cinese!)


Durante queste ultime settimane abbiamo avuto un’esplosione di vita sociale! La prima ad invitarci a casa sua un sabato mattina per il pranzo è stata la mia collega del pomeriggio, la maestra Zhang. Per poi pranzare da Vivienne di giovedì (ultima giornata di vacanza per il capodanno), passare tutto il pomeriggio a casa di Helen e venire invitati da lei anche per cena (anatra laccata in uno dei ristoranti migliori di Liangxiang, il Jinbaiwan). E finire in bellezza con il venerdì sera a casa dalla maestra Zhou, che mi conosce da solo tre settimane ma subito mi ha invitata a casa. [Nota: tutti i nomi inglesi sono comunque di persone cinesi] 

Visto che ho un po’ di foto a disposizione dedicherò un post ad ogni invito, altrimenti dovrei scrivere un papiro decisamente troppo lungo!
Come dicevo, il primo vero invito a casa di una famiglia cinese è stato quello da parte della maestra Zhang. Ci tengo a dire di aver scoperto quanto i cinesi siano ospitali nel momento in cui si va a casa loro! Una volta entrati in casa loro, ci hanno sempre fatto accomodare sul divano, preparato il tè (quasi sempre ottimo Tie Guanyin) e offerto tanta frutta fresca o semi da sgranocchiare in attesa di pranzare insieme. L’unico “obbligo dell’ospite” è portare un regalo, ma nei supermercati si trovano tantissime confezioni di frutta, succhi o alcolici pronti per essere portati in omaggio a qualcuno… e per non sfigurare Gigi ed io abbiamo sempre portato un mix di frutta, cioccolatini (i cinesi vanno pazzi per i Ferrero Rocher) o biscottini. La cosa insolita è che il regalo non verrà aperto in vostra presenza, ma soltanto una volta che siete andati via! Quindi si tratta di un gesto che non va preso come una mancanza di gentilezza ma semplicemente come una diversa abitudine. Magari il giorno dopo vi diranno: ma sai che i mandarini che hai portato erano proprio dolci? A me è successo così :)
Tornando all’invito della maestra Zhang, dopo averci accolti in casa ci ha portati ad esplorare il mercato dove poi avrebbe comprato tutti gli ingredienti per il pranzo. Inutile dire che è stata un’esperienza notevole! Mi sentivo completamente un pesce fuor d’acqua e non mi andava di fare fotografie, ma poi mi son detta: in ogni caso mi guardano lo stesso, tanto vale collezionare qualche scatto! Così ecco qui immortalati banchetti di frutta e verdura, carne e pesce, in un mix caotico e decisamente poco lindo! Per terra c’erano lingue di ghiaccio che con una temperatura fissa sotto lo zero sicuramente fanno fatica ad andarsene e l’unica cosa che pensavo era: ti prego non scivolare! Se finisco col sedere per terra va a finire che prendo l’epatite! (ovviamente scherzo, ma le norme igieniche di un classico mercato cinese non sono propriamente severe… anzi mi chiedo, ma esistono?)

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A parte questo, le merci esposte erano bellissime da fotografare… c’era una varietà pazzesca di semi, frutta secca e addirittura la canna da zucchero! Appena ho notato queste lunghe canne violacee, che a prima vista mi sembravano bambù, ho chiesto delucidazioni alla maestra Zhang che per tutta risposta me ne ha comprata una! La signora del banchetto nel giro di trenta secondi ce l’ha decorticata e divisa in piccole parti, in modo tale che una volta a casa ognuno di noi ne avesse una da rosicchiare. Pensare che la canna da zucchero fosse così succosa e zuccherina forse doveva essere scontato, ma per me è stata una sorpresa! Il modo in cui si mangia mi ha ricordato lo stesso modo in cui si consuma un favo: si mastica, si assapora e si sputa la fibra rimasta. Comunque, dopo aver passato una mezz’oretta ad acquistare carne, baicai (l’onnipresente cavolo cinese) e verdure varie, ci siamo fermati al banchetto della pasta fresca a comprare i dischetti per preparare i jiaozi. Mi piaceva molto osservare la velocità delle loro mani nello stendere i dischetti e tirare i miantiao (noodles)!

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Una volta a casa, la maestra Zhang, padre, marito, Gigi ed io ci siamo cimentati nella preparazione dei jiaozi… sapendo preparare i ravioli in Italia, lavorarli non è stato poi così drammatico, e abbiamo dato prova di un certo talento ^.^

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Vi chiederete come si consuma un pasto in una casa cinese: semplicemente con in mano le bacchette, seduti intorno a un tavolo (il più delle volte il classico tavolino da salotto davanti alla tv) e attingendo a piacere dalle varie ciotole presenti. Non è bello che i padroni di casa vi vedano esaurire tutte le pietanze, semplicemente perchè è segno di trascuratezza da parte loro (troppo poco cibo per l’ospite), quindi è meglio cercare di evitare lo stile “abbuffata all'italiana  e di sicuro alla fine chiederanno: è abbastanza? Sei sazio? Ovviamente è obbligatorio rispondere positivamente! Sulla nostra tavola c’era una bella varietà di cibi freddi: striscioline di tofu con cetriolo, vermicelli di riso con coriandolo e peperoncino, oltre ovviamente a due vassoi di jiaozi da intingere in un mix si salsa di soia e aceto.

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Non so quanto sia tradizionale o no, ma il padre della maestra Zhang durante il pranzo ha offerto a Gigi due bicchieri rasi di baijiu (vino di riso cinese a 46°). E il mix con la birra ha dato al pranzo un epilogo alquanto prevedibile! Gigi è stato male,  dicendo addio a tutto quello che si era ingurgitato fino a quel momento… ma invece che impressionare i presenti il tutto è passato come una cosa assolutamente normale, anzi sapete cosa mi è stato detto? Che a casa di ospiti, se uno finisce per stare male (ecc ecc) a causa dell’alcol, equivale a siglare un’amicizia! Ve lo sareste mai aspettato? Conoscendo ormai un pochino la logica cinese, secondo me il senso di tutto ciò è questo: hai mangiato e bevuto in abbondanza addirittura fino a stare male, allora perfetto… siamo amici!

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